100 anni di Pasolini
100 anni fa Nasceva Pier Paolo Pasolini: l’eretico del cinema.
Nasceva a Bologna, poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, drammaturgo, giornalista, è stato uno dei maggiori artisti e intellettuali italiani.
Lo definirono “cattolico, comunista, omosessuale dichiarato”, una contraddizione in termini per un’artista che andò sempre contro corrente.
Dotato di un’eccezionale versatilità culturale, ha lasciato contributi come cineasta, pittore, romanziere, linguista, traduttore e saggista non solo in lingua italiana, ma anche friulana.
Amato e odiato per la radicalità dei suoi giudizi, spesso sopra le righe, e per le sue aspre denunce dei costumi e delle ipocrisie borghesi.
Celebre la polemica verso i sessantottini e la radice borghese che ne intravedeva:
“Avete facce di figli di papà…quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte con i poliziotti, io simpatizzavo con i poliziotti, perché i poliziotti sono figli di poveri…”
Dunque Pier Paolo Pasolini cent’anni dopo. Cosa rimane oggi dell’intellettuale più amato e odiato del Novecento? Quale eredità ci ha lasciato “uno dei pochi poeti che nasce in un secolo” come gridò angosciato Alberto Moravia subito dopo il delitto di Ostia?
Un’eredità culturale complessa di un intellettuale multiforme, che ha lasciato la sua impronta sulla cultura italiana e che ancora oggi ci parla, attraverso le sue opere e la molteplicità che lo ha reso “l’artista e l’essere umano più complesso del Novecento”.